LA NOSTRA STORIA

Non è solo una cantina o un terreno, ma un luogo da vivere

Agareni è fiera delle propria cantina, situata nell'entroterra della provincia di Agrigento. Il territorio di Menfi è ricco di singolarità pedo-climatiche. Primo esempio di vitigno autoctono esteso all’intero territorio nazionale. Provate a parlare ad un vecchio contadino di vendemmia, al singolare come si usa in italiano, e quello vi guarderà male. Non ha torto giacché in lingua siciliana si dice vinnigni al plurale; che così ha sapore di abbondanza, ricchezza, e pure di grande allegria.

VITE E VINO TRA MITO E STORIA

In Sicilia il sogno dei poveri fu la vigna dietro la casa, quello degli aristocratici una vigna per dare lustro al Casato. Leggete sempre le etichette dei vini siciliani. E’ terra a naturale vocazione vinicola come vedremo. Racconta il mito che la vite in Sicilia ce la portò Dioniso, dio dei piaceri della vita. Figlio di Zeus e di Semele: fu lui in persona a portarla da un’isola dell’Egeo e ad insegnare ai siciliani come coltivarla per ottenere il vino. Dono di un dio ed ecco perché la pianta della vite, il vitigno, fa eccezione, al pari dell’olivo come abbiamo visto, e viene definito in lingua siciliana “zuccu”, ceppo in italiano.

Gli studiosi sono concordi che a portare la vite e il vino nell’Isola siano stati i colonizzatori micenei. Infatti coppe e calici micenei sono stati rinvenuti in diverse necropoli siciliane. Se non furono i micenei, saranno stati di certo i calcidesi di Naxos, come racconta il mito. Anche se il famoso archeologo Goffredo Bandinelli trovò a Cozzo Pantano (SR) un “vaso potorio a clepsidra” di produzione locale risalente al 2000 a.C. Quindi in Sicilia, in epoca pregreca, si beveva vino e, per conseguenza, se ne produceva. A conforto le recenti scoperte di residui organici in alcuni contenitori dell’età del rame nella zona di Sciacca.

Alle spalle di Menfi, in territorio di Sambuca di Sicilia, si trovano i resti di Adranone, un insediamento all’altezza della Valle del Belìce, che rimonta all’VIII sec. a.C. Hanno scoperto gli studiosi che in questa città si rendeva omaggio ad Adranos, una divinità indigena in cui onore, forse per grazia ricevuta, si alzava il gomito nel corso di libagioni nei luoghi e templi a lui dedicati.